La città è oggi più vicina alla foresta

Leggendo il titolo del Convegno si sarebbe tentati a sottovalutare la portata dell’argomento, tuttavia gli argomenti trattati e dibattuti oltre che avvicinare la nostra civiltà alla “foresta”, hanno suscitato profondo interesse e partecipazione e tracciato tante strade da indagare su una nuova questione ambientale. Il Convegno è stato organizzato dal Centro “Ri-Abitare la Terra e la Città”, che ha come soci fondatori sia il Comune di Travacò Siccomario, che l’imprenditore Giovanni Scevola, dell’Azienda Agricola Campolungo e in questa occasione sono stati presentati gli atti dello scorso Convengo  Ri-Abitare la Terra, che ha inaugurato la collana presso la casa editrice IBIS.

Per cogliere il senso dell’evento si deve partire dal senso spirituale, ed in particolare da Sant’Agostino, che si riteneva un semplice filo d’erba, spettatore della Creazione Universale. Come non cogliere la meraviglia del Santo al ripetersi quotidiano del risveglio della natura e alla “Bellezza” del Creato.

La nostra civiltà è partita dalla Foresta ed è proprio il Medio Evo a segnarne la svolta, in quanto le nuove città garantivano ricchezza e sicurezza e di conseguenza, le foreste limitrofe lasciavano via via il posto all’agricoltura. La libertà dei popoli passava per le città: nuovi centri di aggregazione sociale.

Oggi, invece, da un piccolo Comune della nostra Provincia, si è levata una voce nuova, un movimento culturale che ripercorre a ritroso la nostra storia, per riportare l’uomo nella Foresta perché solo conoscendola, si può ricominciare ad amarla. San Bernardo affermava che gli alberi possono insegnarci molto di più di quanto possono fare gli uomini ed inoltre se ci si sente parte di ciò che ci circonda, saremo capaci di costruirci una nuova storia (Gandhi).

Gli scienziati, con la loro curiosità hanno svelato molti misteri e forse hanno in qualche modo tolto quel senso di magico che ha sempre avvolto le Foreste. A tal proposito uno dei relatori ha affermato che bisogna restituire le Fate alle Foreste, perché possa essere riscoperto anche quel senso di mistero.

Oggi, alle porte di Pavia è possibile visitare una delle dieci Foreste che la Regione Lombardia ha fortemente voluto, cogliendo proprio spunto dalle idee del Comune di Travacò e del Dott. Scevola.

Il Sindaco Bonazzi ha sottolineato come sia ormai giunto il momento di coniugare tutela dell’ambiente e sviluppo sostenibile, recuperando quel sistema di valori etici, estetici, culturali e spirituali che sono patrimonio della nostra tradizione.

Usando le parole del Prof Luciano Valle: alla potenza della tecnica/meccanica, deve corrispondere una mistica, un nuovo umanesimo, un nuovo pensiero. La Foresta appare con le sue straordinarie ricchezze, il Santuario dove è possibile raggiungere una grande intimità con il Sacro e dove poter ammirare e meravigliarsi della “Nuova Creazione”.

Da ogni parte è stato possibile cogliere l’intenso coinvolgimento da parte sia dei relatori che dei partecipanti: oggi il Centro Ri-abitare la Terra e la Città, è formalmente operativo anche attraverso la promozione di iniziative culturali ad ogni livello. Travacò, si è candidato a diventare un laboratorio pratico e concettuale per la costruzione di nuovi modelli sostenibili dell’abitare la campagna e la città e che abbiano come fine una rinnovata alleanza tra uomo e natura. A tal proposito a conclusione del Convegno gli Organizzatori hanno inviato i partecipanti al prossimo anno, quando il tema sarà dedicato all’Agricoltura e al rapporto con le esperienze alternative al rispetto dell’ambiente e ad una nuova sensibilità morale.

Thomas Hardy affermava che “La natura è stata sfruttata in modo esauriente per quanto riguarda la bellezza, ma non per quanto riguarda il mistero”. Adesso la nostra Provincia con il Centro Ri-abitare la Terra e la Città, si esorta a riscoprire il mistero che accompagna ogni alito di vita delle Foreste.