Pavia e il suo futuro

In questi giorni sui nostri giornali è possibile leggere solo di scontri legati più ad una politica sterile e riduttiva che invece miranti ad analizzare i reali problemi della città. Purtroppo se non vi fosse stata la chiusura al traffico di Piazza Botta, saremmo arrivati alle elezioni amministrative nell’assoluto anonimato. Paradossalmente, possiamo dire che grazie a queste vicende ci troviamo a chiedere un programma politico chiaro, di sviluppo della nostra città, che sappia dare risposte a quel mondo produttivo pavese, ormai emarginato dai grandi processi della globalizzazione. Forse ci dimentichiamo che Pavia ha rappresentato una delle città più industrializzate d’Italia e che più di tante altre ha subito, tra gli anni settanta ed ottanta, un progressivo decadimento produttivo, forse perché non ha saputo cogliere le opportunità di quei grandi cambiamenti. Oggi, siamo purtroppo portati ad ammettere che Pavia rappresenta solo una città dormitorio, ma “proprietaria” di un’Università d’Eccellenza, con alcuni tra gli Ospedali più importanti d’Europa e con una economia legata soprattutto al commercio. Ma è da questa “Sua Anima” che bisogna ripartire per ripensarLa. Ormai non esiste più quel retroterra industriale che caratterizzava l’Italia negli scorsi anni e quindi molte città si sono attrezzate ed evolute sviluppando una propria peculiare identità. In questi processi globali, Pavia ha investito principalmente nell’Università e nella Ricerca Ospedaliera e ha saputo ritagliarsi un ruolo internazionale. Vorrei ricordare solo per fare un esempio, la terapia ideata dal Prof. Zonta per la cura dei tumori al fegato, che ha riportato Pavia agli onori della cronaca delle principali testate giornalistiche europee. Certo, gli scettici potrebbero affermare che Pavia è anche un dormitorio di Milano e che la città meriterebbe di più. Come biasimare queste posizioni, ma ritengo anche che è necessario guardare oltre: occorre creare una collaborazione forte tra i nostri principali attori, aiutando, stimolando ed investendo nella Ricerca di Qualità, che porterebbe di creare quell’indotto ad alta tecnologia che ci permetterebbe di fare quel salto di qualità che è altra nostra portata. In quest’ottica gli sforzi dell’attuale Amministrazione Comunale stanno dando i primi frutti con il costituendo Polo Tecnologico, la saturazione dell’area produttiva del Bivio Vela e in prospettiva lo sviluppo di nuovi insediamenti che diano nuove opportunità di sviluppo alla città.

L’Università, invece, è anche Cultura, è luogo di incontro, di riflessioni e di idee, che devono trovare una loro cittadinanza. Forse in pochi sanno che esiste il Centro di Etica Ambientale della Regione Lombardia, tra i primi in Italia, che pur avendo sede nella Abbazia di Moribondo, ha nel suo staff scientifico, alcuni tra i più capaci docenti universitari pavesi, tra i quali anche il filosofo Luciano Valle. Ecco quello che la nostra città ha saputo costruire in questi anni, forse nel silenzio, con discrezione, ma certo con la capacità e la qualità che l’ha sempre distinta.

Mi auguro che la nostra prossima Amministrazione Comunale, sul solco di quanto di positivo sin qui fatto, contribuisca, in sinergia con le altre istituzioni, a far diventare Pavia, quella città Universitaria dove la ricerca scientifica si caratterizza e si distingue per il suo alto sapere culturale e tecnologico.